Il gatto meccanico by Torey L. Hayden

autore:Torey L. Hayden [Hayden, Torey L.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-24T16:21:33+00:00

Capitolo ventiquattro

Loki si risvegliò dagli oli della morte, ma cadde vittima della febbre e passarono parecchi giorni prima di capire se sarebbe vissuta oppure morta. Per la maggior parte del tempo Torgon digiunò e pregò inginocchiata accanto al giaciglio della bambina, passandole la mano sulla ferita con la volontà di farla rimarginare.

L’ottavo giorno la febbre diminuì e Loki aprì gli occhi, debole e pallida, ma lucida.

Nel corso delle settimane successive la ferita continuò ad arrossarsi e a espellere pezzetti del filo usato per i punti, ma la guaritrice si recava tutti i giorni ad applicarle un cataplasma, e finalmente il rossore scomparve lasciando solo una cicatrice un po’

raggrinzita, come da ferita di spada.

Prima del riapparire della luna, Loki riuscì a stare in piedi e a fare qualche passo, e fu chiaro che sarebbe guarita. Il padre, riconoscente per il miracolo, fece forgiare una spada d’oro massiccio da deporre sull’altare del recinto sacro.

In quell’occasione, benché fosse solo il quarto mese dell’inverno e la stagione della crescita fosse ancora lontana, si tenne una cerimonia fastosa e un banchetto per tutti gli abitanti del villaggio, poiché Dwr aveva operato un grande miracolo di guarigione attraverso la sua divina incarnazione ed era opportuno che essi mostrassero la loro esultanza.

Torgon apparve nelle vesti sacre con il frontale sacro sul capo e la spada d’oro in mano. Le fu conferito il. titolo di anaka, « fiera guaritrice », perché, come avevano fatto i guerrieri anaka contro il Popolo del Cervo, aveva combattuto e sconfitto chi aveva scatenato la guerra. Fu acceso un fuoco sacro e si sacrificarono a Dwr un cervo e una cerva. Il banchetto durò tre giorni e tre notti e il fuoco sacro rimase sempre acceso.

L’unico a non prendere parte ai festeggiamenti fu il Veggente che si era ritirato nelle sue celle in comunione con Dwr. Il miracolo lo aveva profondamente turbato, dicevano le sacerdotesse, ed egli rimaneva in isolamento affinché Dwr inviasse anche a lui una visione per mostrargli la via da seguire.

Terminati i festeggiamenti, Torgon si ritirò sull’altura sacra che dominava la foresta. In quel luogo il Potere l’aveva visitata per la prima volta, e fu li che tornò in contemplazione. Aveva portato con sé l’ottava lepre, la prima a sopravvivere ai suoi tentativi di penetrare nei regni del corpo. L’aveva tenuta in vita con l’idea di sacrificarla a Dwr nel luogo sacro quando fosse giunto il momento opportuno.

Adesso, tuttavia, si rese conto che non sarebbe stato giusto. Ucciderla in cambio del sapere sacro che le aveva trasmesso non sembrava appropriato.

Torgon pensò di lasciarla libera di tornare tra quelli della sua specie, poiché sentiva che in questo modo avrebbe onorato Dwr. Ma rinunciò anche a quell’idea.

Forse Dwr ne sarebbe stato onorato, ma la lepre no. Se dopo averla protetta, nutrita e tenuta al caldo nel recinto sacro l’avesse lasciata libera nella neve e nel gelo, sarebbe sicuramente morta prima di ritrovare il suo regno. Torgon posò una mano sulla bestiola e ne percepì il calore vivo. Avrebbe smesso di mangiare carne

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